Vae Victis, un film di Luca Alessandro
Vae Victis, in arrivo il biopic horror su De Filippis
Peccati, rimorsi, sensi di colpa brillavano nei fasti di un cielo stellato
E’ firmata da Luca Alessandro (già dietro la macchina da presa di Mindsurf, visibile su Prime Video) la regia di Vae Victis, biopic su de Filippis che promette tinte cupe e morbose e la cui uscita è prevista per il 2024.
Sinossi
Vae Victis racconta le vicissitudini quotidiane del pittore Valerio de Filippis, un uomo che ha fatto dell’arte la sua maniera di stare al mondo, per spiegarselo, interpretarlo, viverlo ma attualmente in preda al tanto temuto blocco dell’artista. Originario di Pozzuoli, dopo un passato turbolento e incline alla violenza, dove perde parte della sua famiglia, tra cui la sorella con cui aveva un legame molto forte, si trasferisce a Roma. La sua è un arte morbosa, perversa, che si nutre di incubi. Non trovando più sfogo nel gesto liberatorio della pennellata, il pittore rischia di implodere in vista di una mostra molto importante.
Tutto sembra perduto quando appare Eléna, una giovane ragazza italoamericana appassionata di Stendhal. “Il Rosso e il Nero”, un libro che Valerio conosce molto bene perché la sorella lo stava leggendo prima di suicidarsi, è il “gancio” da cui si origina una particolare amicizia. La voglia di lui di ritrovarsi in vista della mostra e la curiosità di lei innescano una serie di eventi e una complessa rete di emozioni che finiranno per minare la sanità mentale dell’artista.
Scheda Tecnica
Genere: Biopic, Horror
Durata: approx. 90′
Paese: Italia
Uscita: prevista nel 2024
Regia di Luca Alessandro
Prodotto da Firefly
Produzioni
in collaborazione con Broken Spirits Production
Cast: Valerio De Filippis, Claire Palazzo, Claudia Carovana, Dario Almerighi, Marco
Marchese, Roberto Fazioli, Giulio Fraternali.
Interviste a: Lorenzo Canova, Francesco Giulio Farachi, Hary Daqua.
Musiche: Blokulla e Giacomo Sovrano.
https://www.horroritalia24.it/vae-victis-in-arrivo-il-biopic-horror-su-de-filippis/
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VOTO: 8
Sindrome di Stendhal – Advanced Level
Stefano Coccia
All’ultimo Festival Internazionale del Cinema di Salerno il livello della sezione lungometraggi è stato, a quanto pare, piuttosto alto, nonché foriero di proposte cinematografiche
assai diversificate tra loro. Per esempio abbiamo già avuto modo di occuparci del western, su queste pagine, grazie a Oltre il
confine di
Emiliano Ferrera, che in Campania ha peraltro ottenuto una lusinghiera MENZIONE DI MERITO.
Con Vae Victis di Luca Alessandro si cambia decisamente orizzonte. L’autore in questione ci era già noto per documentari dall’impronta molto personale ed empatica
come Mindsurf.
Ci ha quindi un po’ sorpreso veder inserito il suo nuovo lavoro a Salerno tra le opere di finzione… ma in effetti Vae Victis travalica le tradizionali distinzioni formali e di
genere in modo alquanto innovativo, mescolando tra loro tracce che possono rimandare di volta in volta al noir, al documentario d’arte, al videoclip / film musicale, alla classica
biografia cinematografica affrontata però secondo un’ottica straniante e lisergica. Ecco, chi lo ha definito un “biopic noir” o un “biopic horror” non è andato troppo lontano dal vero.
Al centro della scena vi è comunque l’esperienza artistica di un personaggio “circumnavigato” nella sua ispirazione da ogni angolazione possibile: Valerio De Filippis. Originario di Pozzuoli ma
residente a Roma da anni, influenzato in profondità da un passato sofferto, livido, violento, persino tragico se si considerano le circostanze che portarono alla scomparsa dell’amata sorella,
costui è artefice di performance e di opere dal mood indubbiamente perverso, morboso, tendente all’incubo.
Il film di Luca Alessandro rende omaggio alla sua arte drammatizzandone l’essenza attraverso una notevole libertà stilistica, tale da alternare la descrizione delle opere, della loro genesi
tormentata, a brevi ed apodittici segmenti di fiction, i cui contorni risultano sovente assai macabri, “dark”, claustrofobici, tenebrosi.
La sensibilità dell’artista si rivela così quasi fosse la messa in scena di un crimine. Il che potrebbe spingerci persino a citare quel magnifico, non sempre compreso “concept album” di David
Bowie datato 1995, “1.Outside”; ma qui una colonna sonora “autoctona” c’è e sono le ossessive canzoni firmate da Blokulla a troneggiarvi più che degnamente: magnetiche, lugubri,
oscure.
L’ordito labirintico del lungometraggio si nutre pertanto di continue, sorprendenti epifanie, che vanno da ammaccate testuggini a qualche grandguignolesco “tableaux vivant”; una fitta trama, cui
contribuiscono inoltre testimoni dell’opera di De Filippis particolarmente qualificati, come i critici d’arte e i docenti universitari coinvolti nelle riprese, laddove gli accenni di
drammatizzazione del racconto beneficiano invece di interpreti decisamente in parte come Dario Almerighi (l’artista da giovane), Marco Marchese (prete e “storyteller” d’eccezione) o la bellissima
Claire Palazzo (estemporanea Musa dello stesso Valerio). Così, tra un richiamo al torbido thriller Seven di David Fincher e una citazione di Stendhal, tra Il giovane
Holden coi suoi dilemmi esistenziali e l’incontro con un attempato artista di strada, l’oscurità di Vae Victis permea la scena di un’atmosfera nera ma vivida.
https://www.cineclandestino.it/vae-victis/?fbclid=IwY2xjawH7uLZleHRuA2FlbQIxMQABHYb0IdUleeIou61n0a_6Ay_trakXt6wTSHrC46J2u6qXNIxiPuSaRnlHSg_aem_TxyjzDxM9cLeHAMJEe1pLA
Il film Vae Victis è stato selezionato al 78° Festival Internazionale del Cinema di Salerno
e proiettato il 25 novembre 2024 al Teatro Augusteo.
Il film "Vae Victis" - tradotto dal latino "Guai ai vinti!" - scritto e diretto da Luca Alessandro, ha debuttato il 25 novembre 2024, durante la 78ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Salerno, nella prestigiosa sezione lungometraggi. La première ha presentato al Teatro Augusteo, un’opera esplorativa che si addentra tra le viscere dei traumi umani e affonda lungo il potere della resilienza. Al centro della storia troviamo Valerio de Filippis, un pittore di Pozzuoli trasferitosi a Roma, schiacciato dal peso del suo passato e da un blocco artistico che lo rende incapace di creare. La sua arte, oscura e tormentata, riflette le ferite della perdita della sorella, figura centrale nella sua vita. In questo labirinto di dolore entra Eléna, una giovane italoamericana con cui condivide un legame emotivo legato al romanzo "Il Rosso e il Nero" di Stendhal. La loro amicizia, tuttavia, risveglia in Valerio emozioni destabilizzanti che lo portano a confrontarsi con la sua fragilità mentale, sullo sfondo di un’imminente mostra artistica che incombe come un’ombra sulla sua esistenza. Un film che mette a nudo il conflitto interiore di un artista che lotta contro le sue stesse ombre, tra suggestioni noir e richiami al thriller psicologico. Il cast principale include Valerio de Filippis, Claire Palazzo, Marco Marchese, Roberto Fazioli, Claudia Carovana e Dario Almerighi. Sul fronte tecnico, il film beneficia della competenza di professionisti come Andrea Giaccone al sound design e Tiziano Giaccone al montaggio. La scenografia di Alessandro Iacopelli e gli effetti speciali di Eleonora Maria Pia Perrone contribuiscono a rafforzare l’atmosfera noir e claustrofobica della pellicola.
Le musiche firmate da Blokulla e Giacomo Sovrano completano l’opera suggestivamente.
Prodotto da Firefly Produzioni in collaborazione con Broken Spirits Production, "Vae Victis" rappresenta un'importante testimonianza della vitalità del cinema indipendente italiano, confermando l’originalità di Luca Alessandro, capace di unire una narrazione personale e una certa introspezione psicologica a un’estetica visiva impattante. La partecipazione al Festival Internazionale del Cinema di Salerno, con un affresco oscuro ma profondamente umano che si interroga sul fragile equilibrio tra genio e follia, segna un passo significativo nella carriera di Alessandro e nella diffusione di opere che sfidano i confini tradizionali del cinema.
Articolo a cura di Salomè da Silva
https://www.unfoldingroma.com/cultura/24129/luca-alessandro-al-festival-del-cinema-di-salerno/
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VAE VICTIS, IL FILM
Colpiscono due elementi in questo autoritratto biografico di un pittore, Valerio de Filippis, in forma cinematografica (titolo Vae Victis, Guai ai vinti). Il primo elemento, psicanalitico, è l’incubo del serial killer che perseguita il protagonista nel profondo con una sordida voluttà inconfessabile: il tema, piuttosto espressionista com’è tutta l’opera di de Filippis, apre il film. Riemerge appunto come un incubo nel delicato nascere di una storia con una giovane e seducente ammiratrice. L’analista direbbe che è l’infanzia, il passato più o meno lontano che sottendono le vicende di una vita, e che tornano stravolti nei sogni. Accanto al ricordo felicemente coltivato di una bambina al mare, irrompe la tragedia familiare segnata dal suicidio della sorella, al culmine di una brillante carriera di modella celebrata nel mondo.
Il secondo elemento è il dettaglio delle mani che ricorre come un basso continuo in tutto il racconto. Sono le mani le vere protagoniste di questa storia, le mani del pittore ma anche quelle della ragazza a cui è concesso toccare i quadri.
Sono ancora le mani sui tasti del pianoforte che rivelano la passione per Bach. E’ l’omaggio al fare, il trionfo della manualità della sua concretezza materiale in cui si trasferiscono pensiero ed emozioni dell’artista per metterli a nostra disposizione. Un artista che è anche l’artigiano che trascina le tavole su cui dipingere, e pianta i chiodi col martello, tutto pronto per la poesia del pennello, l’incanto del colore. Una magica materialità che nessuna intelligenza artificiale riuscirà mai a reinventare.
Qui Valerio de Filippis fa tutto lui. Il regista è Luca Alessandro, ma sempre lui lo sceneggiatore, l’attore protagonista con quella faccia imponente, la buona dizione con quel suo parlato scorrevole, la erre strascicata di tanti aristocratici napoletani.
E poi c’è il film, la sua fattura. La parola passa al critico cinematografico. Dal canto nostro, abbiamo un disperato bisogno dei quadri di Valerio de Filippis, della sua visione del nostro tempo.
Raul Wittenberg Cohn
giornalista
Roma, 28.11.2024